OSSERVAZIONI SULLE BOZZE DI QUADRI ORARIO DI LICEI E ISTITUTI TECNICI (AL VAGLIO DEL CNPI) E DEI PROFESSIONALI



OSSERVAZIONI SULLE BOZZE DI QUADRI ORARIO DI ISTITUTI TECNICI E LICEI AL VAGLIO DEL CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione), e quelle non ufficiali per i Professionali: RISPARMIO SENZA QUALITÀ?


Premesso che le bozze quadri orario, di relazioni illustrative, regolamenti ed altro a cui si riferisce quanto sotto riportato sono pubblicate nelle pagine web http://www.flcgil.it/notizie/news/2009/febbraio/licei_e_istituti_tecnici_secondo_gli_schemi_di_regolamento_presentati_al_cnpi e http://ospitiweb.indire.it/adi/TecniciProfessionali09/tp9_frame.htm ,

i sottoscritti docenti di Chimica e Tecnologie Chimiche Vi sottopongono le seguenti considerazioni:

In tali quadri orario si vede che, considerando le ore previste per le singole discipline, emergono notevoli carenze: ad esempio non si considera che gli studi per un apprendimento significativo, e quindi efficace, delle scienze sperimentali chimica e fisica è richiesta una didattica laboratoriale, impensabile con appena 2 ore settimanali di lezione [v.quadri orario di Professionali e Tecnici economici, in questi ultimi tali 2 ore, in un solo anno, sarebbero tutto l’insegnamento della chimica nel quinquennio (10 volte meno di italiano!)].

Da notare inoltre che in nessuno dei quadri orari (né per i Licei, né per gli Istituti Tecnici né per gli Istituti Professionali) vengono considerate elementari propedeuticità (l’insegnamento della chimica generale ed inorganica e della fisica deve precedere quello delle scienze naturali, quello della chimica organica, deve precedere le scienze biologiche).

Inoltre nel triennio finale del Tecnico Tecnologico le discipline scientifiche e tecnologiche di indirizzo subirebbero un taglio notevolissimo, con una diminuzione del 20%, a fronte di un incomprensibile aumento delle ore di Italiano del 15% e di Matematica del 10%. C’è quindi il pericolo che i futuri diplomati tecnici tecnologici, abbiano un bagaglio di conoscenze scientifiche e tecnologiche molto minore degli attuali periti. Proprio il contrario di ciò di cui hanno bisogno gli studenti, le aziende ed il Paese.

Dai quadri orario degli Istituti Professionali, oltre alle sopra evidenziate carenze relative al numero insufficiente di ore di chimica e fisica e alla non considerazione delle propedeuticità, emerge la scomparsa del corso di Operatore Chimico Biologico, e della relativa figura del Tecnico Chimico Biologico, senza indicazioni di una eventuale confluenza negli Istituti tecnici industriali ad indirizzo chimico, e con la conseguente dispersione di un notevole patrimonio scientifico, tecnologico e professionale in un campo strategico, anche dal punto di vista lavorativo, come quello chimico. C'è infatti da augurarsi che non confluisca, come previsto dalle bozze di cui sopra, nel generico settore industria e artigianato, indirizzo produzioni industriali che, oltre che per l'aumento delle ore di Italiano, si caratterizzerebbe per il fatto che una quota notevole dell'orario verrebbe affidata al solo docente tecnico pratico diplomato (è impensabile che la chimica in laboratorio non sia insegnata dal docente LAUREATO in chimica o in CTF) e per le ridicole 2 ore settimanali di chimica e laboratorio, a fronte delle attuali 8!

Passando alle “scienze integrate” (Scienze della terra/ Fisica/ Chimica), insegnamento-calderone previsto in dette bozze per gli Istituti tecnici e degli istituti professionali.[In qualche sito internet si legge di una loro presunta “disintegrazione”. Niente di più errato. Nelle relazioni illustrative ai quadri orario degli istituti tecnici, ma anche di quelli professionali, si legge infatti “la previsione dell’insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nell’autonomia dei loro statuti epistemologici, le discipline di “Scienze della terra e biologia”, di “Fisica” e di “Chimica”, con l’obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica;”. La parola “insegnamento” dal testo del Regolamento pare evidente sia sinonimo di “materia”: nell’articolo 8 Il comma 3 demanda infatti ad un successivo regolamento “la definizione delle indicazioni nazionali relative ai risultati di apprendimento declinati in termini di abilità, competenze e conoscenze relative agli insegnamenti indicati negli allegati B e C.”; cioè: le “scienze integrate”, per quanto riguarda aspetti fondamentali, come quelli competenze e conoscenze, dovranno essere considerate globalmente…]

Ma chi insegnerà le “scienze integrate”? Il timore è che si voglia affidarle, mediante classi di concorso ad hoc o con il sistema delle "classi di concorso atipiche" (mediante il quale differenti classi di concorso possono accedere ad uno stesso insegnamento), ad un unico insegnante e non a tre diversi insegnanti, distinti per disciplina. Non sappiamo come saranno gli insegnanti del futuro, che saranno presenti in maniera significativa non meno che fra 20 anni, ma gli attuali docenti di discipline scientifiche sono caratterizzati non dalla “tuttologia”, ma di una forte e approfondita conoscenza delle loro specifiche discipline.

Tale timore “tuttologico”, cioè ad esempio del fatto che un docente biologo che insegni la fisica o la chimica, è giustificato dal fatto che la parola “insegnamento” viene usata nello stesso modo nei Licei, per l’ulteriore insegnamento-calderone “scienze naturali” (Chimica+scienze della terra e biologia), già purtroppo presente negli attuali Licei e che, invece di essere scisso negli autonomi “insegnamenti” “Chimica” e “Scienze della terra e Biologia”, viene tenuto inspiegabilmente unito, e per di più affidato ai docenti di scienze della classe di concorso A060, per la quasi totalità laureati in scienze naturali o biologiche (in media 2 esami universitari di chimica), con buona pace delle migliaia di docenti laureati in Chimica e CTF della classe di concorso A013 (oltre 20 esami di discipline chimiche), che né ora né in futuro (se vengono confermati questi regolamenti) potranno mettere piede in un Liceo. In un contesto che vorrebbe mettere al centro lo studente tutto ciò appare inspiegabile.

Un’ultima considerazione: il Ministero, per tentare di far fronte al calo vertiginoso degli iscritti a facoltà scientifiche (appena il 3% di iscritti), finanzia progetti del tipo “lauree scientifiche”, in sé encomiabili. Se permangono tali storture nei quadri orario di Licei ed Istituti Tecnici e Professionali ne dovrà finanziare sempre di più, e con risultati sempre più deludenti. Sarebbe molto più efficace (e magari anche economico) affrontare invece il problema “in itinere”, dando modo alle vocazioni scientifiche e tecnologiche (che possono essere presenti in tutte le scuole) di manifestarsi, semplicemente dando modo agli alunni di conoscere in maniera adeguata queste discipline, con un numero minimo di ore per un insegnamento/apprendimento significativo, e affidando l’insegnamento di tali discipline, che hanno piena dignità di “insegnamento” a sé stante, ai rispettivi laureati, con il docente laureato in chimica e CTF della classe A013 che insegni la chimica, il docente “fisico” della classe A038 la fisica, il docente “di scienze” della classe A060 le scienze della terra e biologia. È chiedere troppo?

Vi pregheremmo infine di leggere con attenzione le bozze di quadri orario da noi elaborate e riportate nella pagina web http://scienzesperimentali.blogspot.com/
Ci sembrano un’utile ed opportuna alternativa a quelle di cui sopra.

08/02/2009

f.to gruppo di docenti di Chimica e Tecnologie Chimiche (classe di concorso A013)